IL MONUMENTO

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Pubblicato Sabato, 25 Giugno 2016 15:20
Scritto da Istituto di Studi Sabini
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IL MONUMENTO

Il MonumentoLa battaglia di Mentana del 3 novembre 1867 costituì i prodromi della breccia di Porta Pia per la conquista di Roma capitale d"Italia.

 

 Questa idea nasce all'interno delle associazioni garibaldine (circoli, unioni, gruppi, sodalizi, società) e si consolida nel 1876 quando su proposta dello stesso Giuseppe Garibaldi, eletto deputato nel collegio di Roma al Parlamento nel 1875, si federarono in una unica struttura nominalmente indicata come "Superstiti delle patrie battaglie dal 1820 al 1870" e che quindi si chiamò "Società dei reduci dalla Patrie Battaglie". La Società chiese ed ottenne il riconoscimento che la campagna dell'agro romano fosse considerata "campagna nazionale" quale coronamento di quel percorso garibaldino da Quarto a Mentana.

La Società nel raccogliere le idee di più parti, sia dall'Italia che dall'estero, lancia il progetto di un monumento per celebrare il decennale dell'evento quale memoria e testimonianza alle future generazioni e ad esso concede il suo patrocinio.

Il progetto fu curato da un "Comitato per il monumento ai martiri di Mentana" con sede in Roma e presieduto dal generale e deputato Giuseppe Avezzana. Le offerte vennero raccolte sia in Italia (129 comuni, province, associazioni, cittadini) che all'estero ( Buenos Aires, Bordeaux, Callao, Campinas, Canelones, Cairo, Costantinopoli, Galveston-Texas, Guayaquil, Gualguay, Lipsia,etc).

L'ingegner Augusto Fallani, membro del Comitato, lo disegna tra estetica e semiologia come un tempio della classicità romana.

Dal punto di vista architettonico è un edificio commemorativo, caratterizzato da una base quadra per contenere la cripta-ossario, su cui poggiano tre livelli di gradoni (terrazzati) che a sua volta sostengono un'ara rettangolare con fregi ed ornamenti.

Il progettista con le sue soluzioni tecniche di linee e forme, si è voluto richiamare nei segni e nei simboli ad una piramide a gradoni che ha nella base l'ossario e in alto l'ara votiva-sacrificale, idealmente collegate in verticale.

Espressione dell'inno garibaldino, della poesia di Carducci (…superando nel sacrificio il valore degli avi…) e della poesia del Foscolo ( …e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirito guerrier ch'entro mi rugge..) ma anche della sacralità di quegli antichi eroi classici che facevano offerta della loro vita per la vittoria e per la gloria. I trecento nomi dei martiri fanno pensare ai trecento spartani I due dioscuricomandati da Leonida che nel 480 a.C. fermarono l'enorme esercito dei Persiani al passo delle Termopili (in greco "le porte calde"), si indicava così Mentana come la "porta calda" di Roma.

 

Al centro dell'ara si colloca nelle cerimonie il braciere ardente ed ai suoi lati sono scolpiti i volumi con titoli dove sono stati rappresentati le due maschere dei due Dioscuri ovvero quei mitici eroi che ebbero il privilegio di contenere la vita oltre la morte.

Nelle fasce laterali dell'ara si contano nove cerchi, tre per ogni lato, quasi a richiamare il simbolo araldico della Sabina o anche le città del percorso del volontariato garibaldino o ancora i valori risorgimentali ma sicuramente il trinomio: Dio, Patria, Umanità.

Il materiale utilizzato in blocchi, è il peperino grigio scuro di Soriano nel Cimino (Viterbo) una roccia dura, compatta di origine vulcanica usata dagli Etruschi per i sarcofagi e dai Romani per gli edifici pubblici e celebrativi del Campidoglio.

Il monumento è essenziale, austero richiama dal punto di vista militare uno schieramento disposto a quadrato.

 

 

Il monumento fonde insieme ideale e reale, non ha voluto rappresentare una persona ma uno scenario.Cartoline ricordo

I lavori del complesso, a cui parteciparono maestranze locali e di fede garibaldina (Antonio Rossi, Sebastiano Pasqui, Egidio Lodi, Giovanni Raffaelli, i fratelli Fabrizi e i fratelli Santucci) furono articolati in due parti: la prima inaugurata il 25 novembre 1877 (atto del notaio Giacinto Frosi di Monterotondo registrato a Roma il 29 novembre 1877 registro 39 numero 5089) e la seconda con la cinta muraria, di pari materiale, con 500 metri di circonferenza che conferiva all'intera area l'immagine e l'identità del "parco della rimembranza" il 3 novembre 1889.

Il discorso inaugurale fu tenuto dall'eroe Benedetto Cairoli, tra bandiere e corone, il professore Giuseppe Metilutti dirigeva le bande musicali con un inno da lui composto per l'evento.

Stemma del comune di MentanaIn quella data il Comune di Mentana, su istruttoria del sindaco Giuseppe Lodi, adottava il monumento quale suo stemma ( in sostituzione di quello che rappresentava il passato feudale e pontificio definito dal Sindaco "potere impossibile" ) riconosciuto con R.D. del 5 maggio 1888 e riceveva il labaro della Società disegnato dall'artista Gualtiero Mancini.

 

Lo stemma di Mentana è uno scudo sannitico timbrato dalla corona comunale merlata e cordonata sui margini sostenente cinque merli ghibellini (a coda di rondine) di cui tre al centro e due angolari, formata da un cerchio rosso all'interno. Sotto lo scudo la lista svolazzante con il motto risorgimentale in lettere maiuscole Dio Patria Umanità. Lo scudo ha ai suoi lati due rami decussati (alloro e quercia) legati dal nastrino tricolore. All'interno dello scudo il monumento poggia su un campo verde e sullo sfondo il cielo azzurro.

Nel decennale di quell'evento il mausoleo, su istruttoria parlamentare al ministro della Pubblica Istruzione, fu dichiarato "monumento nazionale" e l'anno successivo fu coniata la medaglia celebrativa di Mentana (1900).incisione sull'ingresso dell'Ossario

Il luogo dove sorge il monumento denominato "I pagliai (La Rocca)" fu uno dei luoghi più cruenti della battaglia e per questo fu scelto.

Ai suoi lati, quadrato nel quadrato, furono scolpiti i nomi dei caduti e sulle pareti collocate le scritte lapidarie.

All'ingresso dell'ossario, sopra la porta, venne riportata l'iscrizione di F. D. Guerrazzi: "La bocca di questo sepolcro manda ai viventi una voce che dice siate men vili e fate oh! Oh fate che noi per la patria e la libertà non siamo morti invano".

All'interno dell'ossario, dopo aver effettuato una ricognizione delle ossa, traslate dalle due casse di legno in una unica urna marmorea opera di Gaetano Andreoli, fu riportata l'iscrizione dettata nel 1898 da G. Baccelli, ministro della Pubblica Istruzione: "Dei precursori del XX Incisione sul sarcofago contenente i resti dei caduti garibaldinisettembre che innanzi alle mura di Roma qui caddero gloriosamente Mentana raccoglie le ossa nella esultanza della patria risorta".

Per l'inaugurazione del monumento venne riportata un'iscrizione di F. Campanella: "A imperitura gloria delle innumerevoli vittime del cesareo sacerdotale dispotismo e ad eterna infamia dello straniero conculcatore del diritto italiano il comitato del patto di Roma l'obolo largamente raccolto dalla pietà cittadina quasi a plebiscito solenne della volontà popolare alla edificazione di questo tumulo consacrava".

 

 Altra iscrizione fu composta da G. Carducci: "A memoria dei cittadini italiani che nell'anno MDCCCLXVII per la libertà della patria e della umana ragione nel cospetto di Roma duce Giuseppe Garibaldi qui combatterono e caddero il popolo italiano pose affermando per sé ed i posteri che regno di chierici e prepotenza straniera non contamineranno più mai questa terra".

Anche A.Saffi scrisse: "Qui nel vostro sangue o prodi l'alleanza della chiesa e dell'impero perpetrò l'ultimo delitto precursori della gran sentenza trionfaste col sacrificio della vita sulla duplice menzogna della superstizione de' secoli rivendicando patria e diritto ai fratelli libertà all'anime Dio all'umanità salve o magnanimi possa il saluto d"uno che vi fu compagno nella lotta ineguale giungere insino a voi augurando dall'esempio della vostra virtù frutto di grandezza all'Italia".

Una lapide particolare è quella che fu scritta nel I anniversario della battaglia e che dice: "Non date lacrime né fiori a la memoria degli italiani morti per Roma. I re li hanno traditi e uccisi il papa li ha maledetti le turbe schiave li han rinnegato o compianti. Ma su le soglie de l'eternità incontro a le anime de' secento fecessi Dante e disse testimonianza al voto de' secoli è il vostro sangue Roma libera fia da l'adultero. Abbraciolli Arnaldo e gridò invano gettarono ai venti le ceneri de' profeti il popolo dietro i vestigi de' forti risalirà pontefice e imperatore perpetuo il Campidoglio baciò Galileo le piaghe lampeggianti e parlava voi moriste o figlioli perché niun savio ne l'avvenire reo di verità discoperta s'inginocchiasse ad un prete la ragione raccoglie i valori del vostro sangue in una nuvola nera e tornerà terribile sul Vaticano. Non fiori non lacrime a la memoria dei martiri ma la vendetta ma giustizia prossima sicura trionfante. libroQuesto vuole o italiani la vostra istoria tutta questo conclamiamo e i monumenti e le tombe e la terra ed il cielo".

Con il congresso del 1900 della Società e la visita a Mentana del generale Menotti Garibaldi si inizia a parlare di custodire in un Museo tutti i cimeli garibaldini quale opera integrativa al monumento. Prende così forma con lo stesso materiale di peperino l'edifico adibito a Museo all'interno del "parco delle rimembranze" ed attiguo al mausoleo. Il progetto fu disegnato dall'architetto Giulio De Angelis nel 1903, l'anno dopo furono eseguiti i lavori e il 6 maggio 1905 fu inaugurato.

Il museo ha adottato nel 1997 su disegno dell'artista francese Helen Moriò come logo il monumento a cui fa da corona un cartiglio delle città del volontariato del percorso garibaldino ed ha in cima decusse due bandiere italiane (monarchica e repubblicana), due fucili, due sciabole mentre alla base è posto il busto di Giuseppe Garibaldi.

Il monumento è stato altresì adottato come logo dalla Guardia d'onore Garibaldina del Risorgimento con atto numero 2072 del 20 gennaio 1988 dal Ministero della Difesa su istruttoria di Francesco Guidotti, direttore del museo, di Gian Carlo Torcelli, comandante del 52 btg. Fanteria "Alpi" erede dei Cacciatori delle Alpi, di Sergio Filipponi ufficiale dell'Arma dei Carabinieri.

Scopo della Guardia è quello di rendere un servizio d"onore nelle cerimonie storico-risorgimentale e curare la tutela dei monumenti nazionali del Risorgimento presenti a Mentana e Monterotondo.

Lo stemma della Guardia è uno scudo a base triangolare, interziato per contenere al centro il monumento e ai due lati gli stemmi di Mentana e Monterotondo che a sua volta sono ornati lateralmente da un ramo di alloro e quercia. All'interno dello stemma la scritta Mentana, Monterotondo e alla base del monumento la scritta Guardia d'onore Garibaldina.

La Guardia è un'associazione con statuto, ha la divisa di colore rosso garibaldino con fregi, senza armi. Ad essa si deve il riconoscimento nel 2003 del Ministero della difesa che ha dichiarato il monumento quale "mausoleo militare nazionale".

Il Comitato culturale "Mentana incontra...2011" con la sua costituzione nel 2008 ha anche essa adottato il monumento come logo, ponendolo al centro del tricolore italiano.

Il monumento di Mentana ha precorso nel tempo la Legge Galati del 1909 prima legge italiana sui beni culturali ed ambientali che in quel periodo ebbe la valorizzazione delle forze politiche che si richiamavano ai valori garibaldini e risorgimentali. Poi negli "anni ruggenti" ben altre due leggi nel 1939 la numero 1089 e 1497 dettero il sigillo mussoliniano ai beni culturali ed ambientali.

L'Area monumentale è un documento del mito di Giuseppe Garibaldi, fu luogo di raduno delle associazioni combattentistiche e d'arma, delle esercitazioni fasciste a cui lo stesso Mussolini volle recarsi in visita a Mentana il 14 settembre 1930.

Passato il tempo degli anniversari, oggi, il Comitato "Mentana incontra…2011" intende tutelarlo e valorizzarlo insieme con quanti lo ritengono un bene storico, militare, culturale, ambientale, territoriale, documentale, paesaggistico e quindi degno di essere comunicato per relazioni.

Il monumento vogliamo sia inserito in un circuito delle città del volontariato garibaldino, didattico degli istituti scolastici, universitari e militari.

Il monumento vogliamo sia inserito in un catalogo-inventario come previsto dalla norma della protezione civile.

Il monumento sia il decoro e l'onore di Mentana per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia (1861-2011) quale prodromo, a sua volta, del 150° anniversario della battaglia del 3 novembre (1867-2017).